Progetto Senso

Il senso del Pro-Getto

Prima che una cosa si compia nella materia, prima che arrivi ad una dimensione fisica, è stata voluta, percepita, sentita su di un altro piano. Un piano non tangibile e non contattabile con i sensi comunemente usati per far esperienza della realtà. Questa ideazione, per la quale siamo passati tutti (in quanto frutto dell’ideazione dei nostri genitori), prende il nome di Pro-Getto Senso. “Pro-getto” perché precede la manifestazione nel mondo materiale della cosa stessa; “Senso” perché realizza e risolve un desiderio, una volontà di un essere umano o di una coppia che ne concepisce un altro.

Daleth è la quarta lettera dell’alfabeto ebraico.

Daleth è un porta, “la porta” attraverso cui accedere a se stessi. Alla nostra parte più profonda, da cui hanno origine tutti i disagi che ci impediscono di gioire davanti ad un fiore che sboccia.
La forma è quella di una porta, aperta dal basso verso l’alto. È il mondo fisico che si espande nelle sue quattro dimensioni: corporale, relazionale, emozionale e spirituale. Attraverso Daleth entriamo nelle “relazioni” e nelle loro “dimensioni”.
Rappresenta il dualismo dell’Uno che diviene Due, del Due che torna ad essere Uno quando è in piena armonia. Del Due che non esiste.
Diversamente diviene l’inizio di tutte le nostre paure. È l’illusione del controllo che diviene certezza di non poter controllare nulla. Attraverso questa porta il bisognoso (Dal) chiede aiuto al benefattore. La Mente chiede aiuto al Cuore, come se la mente fosse la porta per accedere al cuore. Chi si avvicina a Daleth ha una grande possibilità: guardarsi dentro.
Nel corpo gli atri sono un’ottima rappresentazione di Daleth. Accolgono il sangue che proviene dal circolo sistemico e da quello polmonare…accoglie e permette poi ai ventricoli di mandarlo ovunque. Solo accogliendo quella che la Vita ci offre, che in realtà ci scegliamo inconsciamente, ed integrandolo, possiamo dal luogo alla Vita, orientandoci in essa.

LA NOSTRA “MISSION”

Abbiamo sempre un amico sincero che la Vita ci offre a nostra disposizione: il nostro corpo. Camminiamo assieme, tenendoci per mano, ammirandone i meccanismi e imparando come funziona. Ma, nel corso del viaggio interiore, prima o poi, arriviamo ad una porta: lì dentro non ci sono scuse. C’è la nostra parte buia, il bambino arrabbiato che soffre e piange. Ma anche quello gioioso e felice che non è ancora capace di provare rabbia e rancore, di pre-occuparsi.


Lì dentro non c’è mente. Non è facile contattare quel bimbo. Qualcuno torna indietro. Qualcun altro avanza. Comunque sia, qualcosa è successo. E questo qualcosa si chiama: cambiamento, consapevolezza, risveglio. Dopo che abbiamo visto cosa c’è dentro possiamo tornare a fare ciò che facevamo, a vivere come prima, ma con una consapevolezza diversa. E tutto cambia. Perché noi siamo cambiati. Tutto si è formato attorno al Tronco, a quella parte del nostro cervello che gestisce i nostri bisogni vitali. La protezione, le nostre abilità, le nostre relazioni. Ma nel tempo, in un tempo che non ricordiamo, i nostri bisogni sono stati sacrificati per stare nelle relazioni. Chi più chi meno, chi in un modo chi nell’altro abbiamo costruito un personaggio per “stare al mondo”. Lo stesso personaggio che ci fa ammalare, star male, che governa tutto a nostra insaputa. Una macchina, un automa che, forse, è ora di conoscere, ringraziare, onorare, ma di salutare e dirgli addio per tornare alla nostra autenticità.


E viene spontanea una domanda: sono io l’autore della mia Vita?

“Chi guarda fuori, dorme. E’ guardandosi dentro che ci si sveglia…nessuno di noi teme la propria Luce, ciò che temiamo è la nostra Ombra”.

LA NOSTRA “VISION”

Ciascuno di noi è un viandante. Un viandante alla ricerca di un Senso. Il Senso della Vita, della Vita di ognuno di noi. L’obiettivo è trovarlo e realizzarlo. Attraverso Daleth cammineremo assieme: percorreremo un cammino verso le meraviglie del nostro corpo scoprendone i segreti, le relazioni, i fattori che aiutano il benessere e ne causano malessere. Impareremo ad amarlo per ciò che è: il miglior amico che abbiamo in questo percorso. Il sentiero passerà attraverso le storie dei nostri genitori, dei nostri nonni, dei nostri avi.

Comprenderemo come il nostro modo di “percepire” la Vita non è altro che il frutto di come ci viene insegnato, di come veniamo addestrati, ci permette di aprire gli occhi e vedere la luce: quanto di ciò che siamo e facciamo è nostro e quanto è il risultato di scelte obbligate, spesso inconsce?

La fine del viaggio sarà la conquista della vetta: scalata la parte più alta della montagna tutto è chiaro. Solo lì è possibile comprendere che a determinare la nostra Vita, in ogni minimo particolare, siamo noi stessi. La difficoltà è una sola e si chiama libertà. La libertà o libero arbitrio è il premio per chi raggiunge la vetta. Non è un dono a priori che ci viene fatto, ma una conquista acquisita durante la Vita. Daleth è una proposta per arrivarci: Buon Viaggio e Buona Vita.

La Scuola del sintomo

La Scuola del Sintomo è un percorso individuale volto ad una crescita interiore.